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L'informazione fuori dalle righe
- 15 Ottobre 2022
Arx, il delitto del catamarano.
L’avventura di solcare i mari, una barca, quel senso di libertà, la brezza sul viso, il vento che smuove capelli e l’anima! E poi il ritrovamento di un corpo minuto avvolto in una coperta e diciassette chili di zavorra legate ai piedi. Il corpo era quello di Annarita Curina e il suo omicidio divenne uno dei casi più eclatanti di cronaca nera italiana. Annarita aveva 31 anni, laureata a Bologna e una borsa di studi alla Sorbona. Era una donna intelligente, dinamica e dopo il fallimento del suo matrimonio desiderava solo reinventarsi. Il suo viaggio personale parte proprio dalla sua passione per il mare. Compra un catamarano, lo chiama Arx, impiega tempo e soldi per salpare anche solitaria. Tuttavia l’inesperienza di una prima avventura in solitaria la convince che forse per iniziare sarebbe stato meglio un’attività di charter nautico, ossia una forma di noleggio condividendo l’utilizzo della propria imbarcazione e le spese del viaggio. Così le vennero presentati Filippo De Cristoforo e la compagna Diane Beyer. Annarita può finalmente intraprendere il suo viaggio per mare insieme alla coppia, direzione Ibiza. Qualche giorno dopo, a largo di Senigallia, il peschereccio Azzurra 3 trova un corpo impigliato tra le reti, avvolto in una coperta e zavorrato in modo tale da non poter riemergere. Nonostante i giorni passati in acqua il corpo di Annarita fu riconosciuto. I medici legali scoprivano che alla skipper era stata somministrata un forte dose di tranquillante, per poi essere pugnalata e presa a colpi di machete. I sospetti ricadono subito sulla coppia con cui Annarita era salpata. Sì, quella coppia formata da Filippo De Cristoforo 34 anni ex ballerino e playboy che aveva abbandonato moglie e figlia vivendo continuamente di espedienti, e Diane Beyer 17 anni e amante di Filippo già da quattro anni. Uno dalla personalità manipolativa e dominante, l’altra sottomessa, e quel folle piano di scappare. Subito dopo il delitto la coppia era intenzionata a continuare il viaggio in direzione Polinesia. Serviva loro solo una barca, quella di Annarita! Cambiano il nome del catamarano in Fly2 e sale al bordo Pieter Gronendijk, un amico olandese che risulterà essere estraneo all’omicidio. Ma la notizia fa il giro dei media in pochissimo tempo e il viaggio si trasforma in una caccia della coppia che durerà solo quaranta giorni. Arrivati in Tunisia, venivano intercettati, arrestati e estradati in Italia per il processo. Il rimpallo di responsabilità dei due amanti e un racconto delirante finisce con una condanna di soli sei anni e mezzo di reclusione per Diana all’epoca dei fatti minorenne e condanna a trent’anni anni per De Cristoforo, pena tramutata in ergastolo dei successivi gradi di appello. La vita di Annarita spezzata per ingenuità sua e cupidigia altrui. E invece lei voleva solo viaggiare e vivere l’avventura della sua vita a bordo del suo Arx.
“Viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo”. (R. L. Stevenson)
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Sono Simona, avvocato, docente di Diritto e criminologa. Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Catania. La curiosità verso quei circuiti e/o cortocircuiti della mente e dell’ambiente circostante mi ha portato ad esplorare tanti micro mondi lasciati nell’ombra. L’obiettivo è quello di dare visibilità agli invisibili, raccontando il mondo con serietà ed una buona dose di ironia. Ispirata dalla ricerca di quella Dea cieca che spinge una “mini-toga” a guardare sempre avanti con impegno. Il mio biglietto da visita: “Lo si voglia o non lo si voglia, io giustizia e verità impongo!” (Dario Fo).
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12 Dicembre 2022 — 04:31
Bel post, l’ho condiviso con i miei amici.
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Simona Grasso
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Sono Simona, avvocato, docente di Diritto e criminologa. Laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli studi di Catania. La curiosità verso quei circuiti e/o cortocircuiti della mente e dell'ambiente circostante mi ha portato ad esplorare tanti micro mondi lasciati nell'ombra. L'obiettivo è quello di dare visibilità agli invisibili, raccontando il mondo con serietà ed una buona dose di ironia. Ispirata dalla ricerca di quella Dea cieca che spinge una "mini-toga" a guardare sempre avanti con impegno. Il mio biglietto da visita: "Lo si voglia o non lo si voglia, io giustizia e verità impongo!" (Dario Fo).
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