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Briatore, confisca annullata per lo yatch Force Blue: ipotesi maxi risarcimento

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la confisca dello yacht Force Blue di Flavio Briatore, che era stato sequestrato nel 2010 per una vicenda di iva evasa di cui era accusato l’imprenditore. Nel frattempo però l’imbarcazione è stata venduta all’asta.

E’ la seconda volta che accade nell’ambito della vicenda del sequestro dello yacht Force Blue di Flavio Briatore confiscato dalla magistratura di Genova nel 2010 mentre si trovava al largo di La Spezia e a bordo c’erano Elisabetta Gregoraci (ex moglie di Briatore), il figlio e una ventina di membri dell’equipaggio. Il sequestro avvenne per una vicenda di Iva evasa nella quale era accusato l'imprenditore, che nel frattempo ha venduto il natante. La Corte di Cassazione però per la seconda volta ha annullato con rinvio la confisca dello yatch Force Blue accogliendo il ricorso della difesa di Briatore.

La sentenza della Cassazione

I giudici della quarta sezione penale della Corte di Cassazione hanno di fatto così annullato quanto era stato stabilito dalla Corte d’Appello di Genova il 4 ottobre 2019, nell’appello bis, che pur prosciogliendo per intervenuta prescrizione Briatore e altri coimputati, aveva però confermato la confisca, in solido, di 3 milioni e 600 mila euro, essendosi il dibattimento occupato solo dell’omesso versamento dell’iva all’importazione. Gli atti adesso torneranno alla Corte d’Appello di Genova per un appello ter.  Secondo l'imputazione originaria, Briatore e gli altri coimputati avrebbero simulato una attività commerciale di noleggio che avrebbe consentito di utilizzare il Force Blue per uso diportistico in acque territoriali italiane dal luglio 2006 al maggio 2010 senza versare la dovuta Iva all'importazione per 3,6 milioni di euro. In primo grado il manager era stato condannato a un anno e 11 mesi; pena ridotta in appello a un anno e 6 mesi e poi cancellata per intervenuta prescrizione.

Il nodo della confisca annullata

L’imbarcazione che stando alla decisione degli ermellini dovrebbe essere riconsegnata a Briatore, nel frattempo però è stata venduta all'asta e “sono stati realizzati circa 7.000.000 di euro”, puntualizza l'avvocato Lattanzi, legale di Briatore, che aggiunge: “Il secondo annullamento da parte della Cassazione testimonia la bontà delle argomentazioni difensive”. In che modo dunque si può ora annullare la confisca del Force Blue che è già in mano a un altro proprietario? Una strada percorribile potrebbe essere quella di una causa per danni: lo Stato potrebbe in teoria essere chiamato a risarcire per una somma che potrebbe avvicinarsi al valore dell’imbarcazione. 

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L’ex yacht di Briatore “Force Blue” è di nuovo in vendita

In passato era finito al centro della cronaca per un presunto caso di evasione fiscale. adesso il “force blue” appartenuto a flavio briatore è finito di nuovo sul mercato.

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Argomenti: Daily Nautica , tasse-&-fisco

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Briatore innocente, non frodò il fisco con lo yacht. Verdetto dopo 12 anni e 6 processi

I giudici hanno revocato la confisca dell’imbarcazione (che però è stata nel frattempo venduta all’asta) e dei 3 milioni e 600 mila euro.

26 gennaio 2022

yacht sequestrato a briatore

I punti chiave

Briatore: accertata mia innocenza dopo 12 anni, il legale: inaccettabile vendita yacht prima della sentenza, la ricostruzione della vicenda.

3' di lettura

La corte d’appello di Genova ha assolto Flavio Briatore e altre tre persone «perché il fatto non costituisce reato» nel processo sulla vicenda dello yacht Force Blue. Briatore era a processo per una evasione fiscale di oltre 3 milioni sull’Iva e per l’attività di charter. Il maxi yacht era stato sequestrato nel 2010, al largo della Spezia, mentre il manager era a bordo con Elisabetta Gregoraci e il figlio. I giudici hanno revocato la confisca dell’imbarcazione e dei 3 milioni e 600 mila euro. La Cassazione aveva annullato la sentenza della Corte d’Appello che condannava Briatore a 18 mesi e aveva ordinato un nuovo processo.

Anche la procura generale aveva chiesto l’assoluzione e la revoca della confisca. La sentenza diventa così definitiva. Per quanto concerne invece la confisca, l’Avvocatura di Stato potrebbe impugnare la decisione. Il Force Blue era stato venduto un anno fa all’asta e se lo era aggiudicato l’ex patron della Formula 1 Bernie Ecclestone per sette milioni a fronte di una stima di 20 milioni. La Cassazione aveva annullato per due volte le decisioni dei magistrati genovesi.

«Nel maggio 2010 la Guardia di Finanza mi ha sequestrato la barca e sui media di tutto il mondo usciva la notizia che ero un evasore fiscale. Oggi, dopo 12 anni e 6 processi, si è finalmente accertata la mia innocenza. Un vero calvario che si è fortunatamente concluso».

Così Flavio Briatore commenta la notizia dell’assoluzione da parte della Corte d’appello di Genova nel processo sulla vicenda dello yacht Force Blue. «Ringrazio tutti i professionisti che mi hanno seguito in questa storia: Franco Coppi Massimo Pellicciotta, Fabio Lattanzi, Giuseppe Sciacchitano, Andrea Vernazza ed Andrea Parolini», aggiunge.

“E’ inaccettabile che si sia venduto lo yacht prima della definitività della causa. Ora l’armatore e Briatore hanno diritto a un adeguato ristoro”. E’ il commento dell’avvocato Massimo Pelliccio che insieme al professore Franco Coppi, ha assistito il manager. L’imbarcazione di lusso era stata venduta all’asta per sette milioni di euro, a fronte di un valore reale stimato in 20, e se l’era aggiudicata Bernie Ecclestone. La corte d’appello, su segnalazione del custode giudiziario, aveva deciso per la vendita per il rischio di degrado del Force Blue, il 78esimo superyacht più grande al mondo. “Finalmente una sentenza che rende giustizia - ha continuato il legale -. E’ un processo che dopo 12 anni vede una assoluzione definitiva, assoluzione che era evidente fin dall’inizio”. Gli altri imputati assolti sono difesi dagli avvocati Fabio Lattanzi, Siniscalchi, Andrea Vernazza, Giuseppe Sciacchitano e Cesare Manzitti.

Sei decisioni e un rimpallo tra corte d’appello e Cassazione per arrivare a una sentenza definitiva nella vicenda del Force Blue. L’inchiesta era partita nel 2010 con il sequestro dello yacht al largo della Spezia. Secondo l’accusa originaria Briatore era amministratore di fatto e proprietario della Autumn Sailing Limited, la società con sede nelle Isole Vergini Britanniche, proprietaria dell’imbarcazione che organizzava i charter, e, quindi, effettivo proprietario e armatore.

L’accusa iniziale era quella di aver simulato un’attività commerciale di noleggio che avrebbe consentito di utilizzare l’imbarcazione, iscritta in un Paese extracomunitario, per uso diportistico in acque territoriali italiane dal luglio 2006 al maggio 2010 senza versare la dovuta Iva all’importazione per 3,6 milioni di euro. Gli indagati erano stati quindi accusati di avere indebitamente goduto di agevolazioni fiscali compreso l’aver indicato l’uso di carburante come esente dalle accise.

Un’altra accusa era quella di emissione di fatture per operazioni inesistenti. Oltre a Briatore erano stati indagati il comandante dello yacht Ferdinando Tarquini e gli amministratori che si sono avvicendati nella società. Questi ultimi sono Maria Pia De Fusco e Dominique Warluzel. La Cassazione aveva annullato per due volte le sentenze d’appello imponendo nuovi processi.

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I giudici vendono lo yacht sequestrato a Briatore. Ma che succede tra 14 giorni?

  • flavio briatore

yacht sequestrato a briatore

A Flavio Briatore lo sequestrarono quasi 11 anni fa al largo delle spiagge della Liguria. Si tratta dello yacht "Force Blue" al centro di un processo durato dieci anni e che vedrà la parola fine il prossimo 12 febbraio con sentenza definitiva della Cassazione.

Ma che succede ora? Il prossimo 27 gennaio il "Force Blue" verrà messo in vendita in seguito alla decisione della Corte d'Appello di Genova. In pratica la vendita avverrà solo due settimane prima della decisione della Cassazione. I giudici spiegano che la vendita è stata decisa perché non è possibile affrontare i costi di manutenzione e vi è la possibilità che la nave si deteriori. Proprio oggi? Dopo 11 anni dal sequestro e a soli 14 giorni dalla sentenza definitiva? Una cosa è certa. In questo modo se Briatore vincerà il ricorso, potrà incassare solo i soldi della vendita dello yacht, cioè 7 milioni di euro. Molto meno, insomma, del valore della nave...

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Dodici anni di processo, sei sentenze, due rinvii dalla Cassazione alla Corte d'Appello. «Tanto per cominciare possiamo dire che alla fine, ma molto alla fine, la giustizia trionfa. Mi chiedo però che giustizia sia, se un procedimento dura tutto questo tempo. Fa sprofondare una persona innocente in una vita da incubo». Flavio Briatore , dal salotto di casa, si gode l'assoluzione dall'accusa di evasione fiscale sull'Iva per oltre 3 milioni con l'attività di noleggio del suo yacht Force Blue e la revoca della confisca dell'imbarcazione che però, nel frattempo, è finita all'asta. Acquistata dall'ex patron della Formula 1 Bernie Ecclestone per 7 milioni a fronte di una stima di 20 milioni. Ora la sentenza dei giudici genovesi stabilisce che il fatto non costituisce reato e «io li ringrazio - afferma l'imprenditore - perché sono gli unici che hanno cercato la verità. Ma resta il fatto che questa storia è stata una persecuzione».

Flavio Briatore innocente, «non frodò il fisco con lo yacht». Il Force Blue acquistato da Ecclestone

La sua attività ne ha risentito? «Se non hai le spalle larghe, una giustizia cosi ti fa fallire. Io sono conosciuto in tutto il modo il mondo per i miei venticinque anni di attività imprenditoriale, eppure gli affari hanno accusato il colpo: sono stato inserito nella lista nera delle banche, non potevo più accedere ai finanziamenti come è prassi normale nel mio settore. Ho fatto fuoco con la legna che avevo da parte, come si dice, ma c'erano alcuni progetti che da solo non sono stato in grado di realizzare. Se questa situazione dura un anno o due si può aspettare, quando si arriva al decennio no. Io non avevo bisogno di finanziamenti per andare avanti, in caso contrario sarei stato rovinato. Ti distruggono il lavoro, la vita, la famiglia. Senza contare, poi, che processi del genere fanno scappare gli investitori internazionali. Non è una bella pubblicità per l'Italia».

Le immagini del sequestro del Force Blue, il 20 maggio 2010, hanno fatto il giro delle tv. «È stato un arrembaggio, al largo di La Spezia sono arrivate le motovedette, sembrava avessero scoperto il covo di Totò Riina. A bordo c'erano mia moglie Elisabetta Gregoraci con nostro figlio Nathan Falco, che aveva solo due mesi, per lei è stato un trauma. Comunque, dopo questi fuochi d'artificio la Procura nomina un custode e lo yacht continua a svolgere attività di charter con i turisti. Volevo assicurare un posto all'equipaggio e ha funzionato: la barca ha stipulato noleggi per 8 milioni di euro, compresi i miei. Ho sempre pagato, come faccio quando vado a mangiare nei miei ristoranti. Avevamo un accordo in base al quale, a fine stagione, la società armatrice avrebbe ripianato le perdite, ma improvvisamente il custode viene indagato e ne arriva un altro. Da quel momento le cose cambiano. Esplode la pandemia, americani e russi che sono i nostri principali clienti non vengono più, consigliamo di tenere la barca armata al minimo. Il 27 gennaio 2021 scopriamo che il Tribunale ha messo lo yacht all'asta, senza nemmeno informare la società armatrice né aspettare la sentenza della Cassazione che sarebbe arrivata dodici giorni dopo. È questo che mi ha fatto più male, mi hanno portato via un bene a un terzo del prezzo. Dovrebbe esserci un ristoro per i soldi persi, a me basta solo che finisca questa storia».

C'è stato accanimento? «Sono un personaggio pubblico e contro di me c'è una cattiveria incredibile. Eppure una barca è come un'azienda, crea posti di lavoro e indotto sul territorio con i turisti. In Italia c'è invidia sociale contro chi ce l'ha fatta, abbiamo un governo che è contro le imprese».

Però nel nostro Paese continua a investire. «Io sono italiano e ci credo. Il dna dell'imprenditore è creare occupazione, i problemi non si risolvono con il reddito di cittadinanza ma facendo lavorare le aziende».

Chi vorrebbe come nuovo Presidente della Repubblica? «Vedo molto bene Mario Draghi. Abbiamo il terzo debito mondiale, quando arriveranno i soldi dall'Europa dovranno essere gestiti bene. Per ora gli aiuti se ne sono andati in biciclette e banchi a rotelle».

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Briatore, chi ha acquistato il suo yacht sequestrato: nome clamoroso

TORINO - Force Blue, il colossale  yacht di Flavio Briatore sequestrato nel 2010, nell'ambito di una indagine per evasione fiscale , è stato acquistato da Bernie Ecclestone . Il magnate britannico, 90 anni e papà per la quarta volta lo scorso anno , ex patron della Formula 1, si è aggiudicato la vendita giudiziale disposta il 31 dicembre scorso dalla Corte d’Appello di Genova. La somma offerta dall’imprenditore – all’esito dell’apertura delle buste – è stata di 7 milioni e 490mila euro , poco più della base d’asta, fissata a 7 milioni. Il valore stimato del natante al momento del sequestro era di circa 20 milioni, quasi tre volte di più.

Bernie Ecclestone ha comprato lo yacht di Briatore

L'acquisto di Ecclestone è assai curioso, visto che è un amico storico di Briatore in virtù anche del lavoro passato di Flavio. Per un periodo i due sono stati soci in affari: nel 2007 hanno rilevato insieme il  Queenspark Rangers , squadra di calcio londinese militante in seconda serie, accollandosi 15 milioni di debiti e rimanendone proprietari fino al 2010. Tra istanze e ricorsi urgenti, Briatore aveva cercato in ogni modo di bloccare l'asta offrendo anche di coprire di tasca propria i costi per il rimessaggio dello yacht, ma secondo i giudici il rischio di degrado (e dunque perdita di valore) dell'imbarcazione era troppo alto visto il mancato utilizzo legato al Covid.

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Nella foto lo yacht Force Blue (allora) di Flavio Briatore, lo scatto al  porto di Brindisi

Il commento di Briatore

Dice Briatore: «Nel maggio 2010 la guardia di Finanza mi ha sequestrato la barca e sui media di tutto il mondo usciva la notizia che ero un contrabbandiere e un evasore fiscale. Oggi, dopo 12 anni e 6 processi, si è finalmente accertata la mia innocenza. Un vero calvario che si è fortunatamente concluso».L’imprenditore ha poi ringraziato i legali che lo hanno assistito durante il processo a suo carico. «Ringrazio tutti i professionisti che mi hanno seguito in questa storia — conclude Briatore — da Coppi Massimo Pellicciotta a Fabio Lattanzi ed Andrea Parolini».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Giustizia & impunità, force blue, costi di gestione troppo alti: il mega yacht sequestrato a flavio briatore finisce all’asta per sette milioni di euro.

Force Blue, costi di gestione troppo alti: il mega yacht sequestrato a Flavio Briatore finisce all’asta per sette milioni di euro

La lussuosa cattedrale galleggiante fu sequestrata nel 2010 per l'evasione di 3,6 milioni di Iva sull’importazione. Reato poi prescritto in appello. Adesso il custode giudiziario ha chiesto e ottenuto di mettere l'imbarcazione all'asta visti gli enormi costi di manutenzione. Le buste saranno aperte il 27 gennaio, due settimane prima che sul caso si esprima la Cassazione: se dovesse ordinare la restituzione all'imprenditore spetterà la cifra incassata dallo Stato

Messo in vendita all’asta, a un terzo del valore di mercato . A sole due settimane dalla sentenza di Cassazione che avrebbe potuto liberarlo dopo undici anni. È il destino a cui i giudici della Corte d’Appello di Genova hanno condannato lo yacht Force Blue , la lussuosa cattedrale galleggiante di Flavio Briatore , sequestrata a maggio 2010 per la presunta evasione di 3,6 milioni di Iva sull’importazione. Il 31 dicembre, il collegio della II sezione penale ha deciso che il natante – 62 metri per 1.325 tonnellate di stazza lorda, registrato alle isole Cayman – sia aggiudicato al miglior offerente su una base d’asta di 7 milioni di euro : cioè meno della metà dei 20 milioni di valore stimati al momento del sequestro. A pesare sulla valutazione – spiegano fonti giudiziarie al fattoquotidiano.it – lo stato di grave degrado in cui versa il Force Blue dopo un decennio di inattività forzata, interrotta solo da brevi periodi di noleggio nella stagione estiva. Soluzione, questa, utile a contenere i costi di gestione, ma quest’anno impraticabile a causa del Covid: i debiti accumulati dallo Stato , pertanto, erano ormai tali da rendere antieconomico anche il semplice rimessaggio a secco.

Così, su richiesta del custode giudiziario, il collegio presieduto da Giuseppe Diomeda ha applicato la norma che permette di “destinare alla vendita i beni mobili sottoposti a sequestro se gli stessi non possono essere amministrati senza pericolo di deterioramento o di rilevanti diseconomie”, anche prima della sentenza definitiva. Già, perché dopo un annullamento con rinvio – e il successivo appello-bis , che ha dichiarato prescritta l’evasione fiscale – il prossimo 12 febbraio è atteso il verdetto finale della Cassazione sul sequestro : la Suprema Corte potrà confermarlo, trasformandolo in confisca e acquisendo lo yacht al patrimonio dello Stato, o al contrario dichiararlo illegittimo . In quest’ultimo caso, normalmente, il bene tornerebbe in possesso di Briatore. Ma poiché l’apertura delle buste è fissata al 27 gennaio, quindici giorni prima dell’udienza, tutto ciò che il manager può sperare di ottenere è il ricavato della vendita giudiziale: cioè, con tutta probabilità, nemmeno il 50% del valore originario del Force Blue.

Una gigantesca beffa per il patron del Billionaire , che, tentando di rimettere le mani sulla creatura, è finito persino indagato per corruzione . Secondo la procura di Genova , infatti, nel 2017 si accordò con il direttore dell’Agenzia delle entrate del capoluogo ligure, Walter Pardini , per sponsorizzare le attività di quest’ultimo in Kenya , in cambio di un’interpretazione favorevole della norma sull’Iva che – nei piani di Briatore e del suo commercialista Andrea Parolini – avrebbe facilitato l’assoluzione del milionario in appello. Non andò così: Pardini finì in manette per una tangente prima di poter concretizzare il patto , e Briatore fu condannato a 18 mesi per evasione fiscale sull’importazione dello yacht . Poi l’annullamento in Cassazione, per un vizio di forma, e il nuovo giudizio d’appello che dichiarò il reato prescritto . Adesso, però – come rivelato dal fatto.it – i pm Patrizia Petruzziello e Walter Cotugno sono pronti a chiedere un nuovo rinvio a giudizio per Briatore, Parolini e Pardini, accusati di corruzione e tentato depistaggio . Così a breve il manager di Verzuolo potrebbe trovarsi ancora una volta imputato a Genova. Con un mega-yacht di meno nel patrimonio.

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Roma, 18 set (Adnkronos) - "Nel Ddl pseudo-sicurezza approvato oggi alla Camera, con il nostro voto contrario, si introducono 24 fra nuovi reati e inasprimenti pene: è il trionfo del populismo penale”. Lo scrive su Facebook Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera.

“Dall’inizio della legislatura l’elenco è in continuo aggiornamento: rave illegali, traffico di migranti, violenza di genere, violenza contro il personale scolastico, omicidio nautico fino a dieci anni, reato universale di gestazione, incendi boschivi, istigazione all’anoressia, istigazione alla violenza sui social, acquisto di merce contraffatta, baby gang, etc. E’ tutto un aumentare le pene", prosegue.

"Ogni volta che accade qualcosa che finisce nelle prime pagine dei giornali si interviene con una modifica del Codice penale: non costa nulla e fa molto share. Tutti i mali della società vengono puniti nelle strutture carcerarie. Ma il carcere è soltanto la scorciatoia di chi pensa di coprire con il populismo penale la propria incapacità di affrontare alla radice i mali della società. Investire tempo e risorse per una seria prevenzione costa sicuramente molti più sacrifici, ma porterebbe di certo risultati più duraturi nel tempo”, conclude.

Roma, 18 set (Adnkronos) - "L'Italia si astiene ancora una volta, all'Onu, su un voto per mettere fine all'occupazione israeliana dei territori palestinesi. Che vergogna! Continuiamo a girare la testa dall'altra parte di fronte a una occupazione illegale, allo stesso modo in cui rimaniamo indifferenti alla barbarie a Gaza, con il massacro di oltre 40mila civili". Lo scrive sui social Giuseppe Conte.

"Ci meritiamo un'altra Italia. Vogliamo un Paese in prima linea per l'embargo assoluto di armi a Israele e per le sanzioni contro i ministri israeliani per le ignobili politiche di occupazione della Cisgiordania. Invece assistiamo complici alla scrittura di una storia di orrore e ignavia", conclude l'ex premier.

Roma, 18 set (Adnkronos) - "Le opposizioni ci hanno accusato di panpenalismo e di legittimare una deriva autoritaria di questo governo. Una tesi che non regge. Per un minore è meglio vivere nel degrado perché il carcere per una madre che delinque è differibile, come previsto dalla normativa attuale, o in una residenza protetta? Il Ddl Sicurezza prevede che sarà un magistrato a decidere la soluzione migliore caso per caso". Lo ha dichiarato il deputato e capogruppo della Lega Riccardo Molinari intervenendo in aula sul Ddl Sicurezza.

"Abbiamo previsto la possibilità dell’arresto in flagranza entro 48 ore per chi aggredisce i nostri operatori sanitari, raddoppiato il fondo per le spese legali per gli agenti delle forze dell’ordine, previsto l’introduzione delle bodycam, investito sulla polizia locale, inasprito le pene per l’occupazione abusiva delle abitazioni, previsto pene aggravate e obbligo di arresto per chi truffa gli anziani", ha aggiunto.

"Soprattutto, grazie alla determinazione della Lega abbiamo assunto militari per potenziare l’operazione Strade Sicure. Esiste un collegamento diretto tra immigrazione illegale e aumento dell’illegalità: chi arriva nel nostro paese senza regole che altro può fare se non delinquere? Ad oggi le politiche messe in campo da questo governo hanno fatto ridurre del 65% gli sbarchi. Stanno funzionando e altro non sono che i decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini, che oggi rischia sei anni di carcere solo per aver fatto rispettare quelle leggi. Più che pensare all’autoritarismo cercherei di guardare i comportamenti concreti: non c’è nulla di più illiberale che mandare a processo un ministro solo perché il suo partito passa dalla maggioranza all’opposizione”, ha detto ancora Molinari.

Roma, 18 set (Adnkronos) - "Esultano per aver approvato una norma che manda in carcere donne incinte e bambini. Una legge liberticida, che reprime il libero dissenso. Zero risorse, solo nuovi reati e aumenti di pena. Il cattivismo al Governo che non risolve un problema del Paese2. Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati, sul Ddl sicurezza.

Roma, 18 set (Adnkronos) - "L’approvazione del Ddl Sicurezza rappresenta un’altra promessa mantenuta da parte del governo Meloni e risponde direttamente alle richieste degli italiani che chiedono maggiore sicurezza". Lo dice il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti.

"Il potenziamento della sicurezza implica non solo una maggiore capillarità delle forze dell’ordine ma anche nuove assunzioni che permetteranno di rafforzare tutto il comparto. Il provvedimento, inoltre, pone l’accento sulla certezza della pena e sull’inasprimento delle sanzioni per chi aggredisce le donne e gli uomini in divisa. Particolare attenzione è rivolta anche alla tutela del personale sanitario che quotidianamente lavora negli ospedali e che sempre più spesso subisce violente aggressioni", prosegue.

"Dopo anni di lassismo, grazie al governo Meloni la sicurezza torna ad essere una priorità nell’agenda politica nazionale. Questo è solo l’inizio di un percorso su cui continueremo a lavorare con fermezza per garantire una maggiore protezione a tutti gli italiani", conclude Foti.

Roma, 18 set (Adnkronos) - La Camera ha approvato il Ddl sicurezza con 162 sì, 91 no e 3 astenuti.

Roma, 18 set (Adnkronos) - "Si è svolta questa sera la Direzione Nazionale di Azione presieduta dal segretario Carlo Calenda. Nel corso della sua relazione, sostenuta compattamente dai membri della Direzione, Calenda ha ricordato il posizionamento di Azione "distinto dal campo largo e dai populismi di destra e di sinistra" e ribadito che Azione "è al centro dello schieramento politico così come hanno voluto gli elettori ed è impegnata nella costruzione di una proposta riformista e pragmatica". Lo rende noto Azione.

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Lo yacht di Briatore all'asta il 27 gennaio, prima del giudizio della Cassazione sul caso avviatosi nel 2010

Lo yacht di Briatore all'asta il 27 gennaio, prima del giudizio  della Cassazione sul caso avviatosi nel 2010

07 gennaio 2021, ore 20:36 , agg. alle 15:31

Force Blu, lo yacht di Briatore, fu sequestrato dalla Guardia di Fiinanza al largo di La Spezia nel maggio del 2010 , a bordo c'era Elisabetta Gregoraci e il figlio Nathan Falco

In appello a Genova, l’anno scorso ci fu il sequestro dello Yacht di Briatore , e la prescrizione del reato. Il processo in secondo grado, 18 mesi la condanna di Briatore, era stato celebrato dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza. I giudici del processo bis avevano anche confermato la confisca, in solido, di 3 milioni e 600 mila euro ai quattro imputati. Una sentenza che “verrà impugnata, in cassazione, soprattutto nella parte che prevede la confisca”. Il processo in appello bis era per le accuse sull’omesso versamento Iva all’importazione, mentre gli ermellini avevano già fatto decadere con un’assoluzione quelle relative alle fatture inesistenti.

L’imputazione che diede il via alla vicenda

L’imputazione originaria, accusava Briatore e gli altri soci di aver simulato un’attività commerciale di noleggio, che avrebbe consentito di utilizzare il Force Blue per uso diportistico nelle acque territoriali italiane nel lasso di tempo da luglio 2006 al maggio 2010 senza versare la dovuta Iva all’importazione, per un importo di 3,6 milioni di euro . In primo grado Flavio Briatore era stato condannato un anno e 11 mesi; pena poi ridotta in appello. Da quella inchiesta era nato un filone per corruzione nel quale era indagato lo stesso Briatore.

Lo yacht di Briatore all’asta comunque

Force Blue, il super yacht , che occupa la 78esima posizione mondiale, nella classifica delle barche di lusso secondo la notifica della Corte d'Appello di Genova andrà all’asta esattamente il 27 gennaio, mentre il ricorso in Cassazione di Briatore e dei soci verrà discusso il 12 febbraio, solo 14 giorni dopo. Sono trascorsi quasi 11 anni. Nella notifica si legge che la barca va alla asta "delegando e autorizzando l'amministratore e custode giudiziale del bene all'esecuzione della stessa".

Cifra base 7 milioni di euro

La cifra di partenza, si evince nell'ordinanza, è fissata in circa 7 milioni di euro, per lo yacht di Briatore, le "offerte irrevocabili di acquisto, redatte in lingua italiana, con valore di proposta contrattuale" dovranno essere depositate "in busta chiusa" presso lo studio del notaio Ugo Bechini di Genova. La notizia colpisce soprattutto perché, come detto, la data della vendita è precedente alla data fissata per la decisione definitiva sul processo relativo allo yacht da parte della Cassazione. Tra le motivazioni della decisione della Corte d'appello di Genova, c'è la difficoltà ad affrontare i costi di manutenzione dello yacht, e il rischio che la nave si deteriori. Secondo esperti e da quanto trapela dall'entourage dell'imprenditore, il valore dell'imbarcazione potrebbe essere ben più alto, quasi il doppio, rispetto alla cifra di partenza di base dell'asta. E un caso giuridico davvero complicato, specie se Briatore dovesse vincere il ricorso in Cassazione il 12 febbraio , e l'imbarcazione dovesse essere, nel frattempo, venduta all’incanto.

Briatore non si ferma, sfrutta il suo brand più forte

Billionaire , il marchio del lusso di Flavio Briatore, dopo Porto Cervo e Dubai apre anche a Riyad in Arabia Saudita . Il ristorante, modernissimo, si trova in Dabbab Street, nel quartiere Sulaimaniya della città, offre ampia scelta, con menù di due cucine principali: la nuova cucina asiatica e quella italiana, con chef di grande fama. Billionaire, compresa nel portafoglio di ospitalità e intrattenimento Billionaire Life , ha debuttato a Porto Cervo, in Sardegna, nel 1998, con una storia di grande successo e profitto. Billionaire Riyad diventa la seconda location del marchio in Medio Oriente, e orienta tutta l’organizzazione verso i professionisti più esigenti della città araba, e anche naturalmente alla clientela d’èlite di passaggio. Il ristorante risulta di proprietà e gestito da Modern Food Company , un franchisee saudita che opera su brand internazionali.

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Il super yacht di Briatore all'asta. Si parte da 7 milioni, ma vale almeno il doppio

Il force blue fu sequestrato alla spezia nel 2010.

Il Force Blue,  il mega yacht di Flavio Briatore (Ansa)

Il Force Blue, il mega yacht di Flavio Briatore (Ansa)

La Spezia, 7 gennaio 2021 - Force Blue , il super yacht di proprietà di Flavio Briatore sequestrato nel 2010 al largo di La Spezia mentre a bordo si trovavano il figlio e l'ex moglie Elisabetta Gregoraci , è stato messo in vendita.

A quanto apprende l'Adnkronos, la Corte d'Appello di Genova ha notificato a Flavio Briatore il decreto del 30 dicembre 2020, con la quale autorizza, quasi 11 anni dopo, la vendita giudiziale della barca , uno yacht super lusso che è il 78esimo più grande del mondo, "delegando e autorizzando l'amministratore e custode giudiziale del bene all'esecuzione della stessa".

La cifra di partenza, secondo quanto si legge nell'ordinanza, è fissata in circa 7 milioni di euro , e la data dell'asta è fissata per il 27 gennaio 2021 alle 10. Le "offerte irrevocabili di acquisto, redatte in lingua italiana, con valore di proposta contrattuale" dovranno essere depositate "in busta chiusa" presso lo studio del notaio Ugo Bechini di Genova.

La notizia colpisce soprattutto alla luce del fatto che la data della vendita è precedente alla data fissata per la decisione definitiva sul processo relativo allo yacht da parte della Cassazione: il 12 febbraio 2021, ovvero appena 14 giorni dopo. Tra le motivazioni della decisione della Corte d'appello di Genova, c'è la difficoltà di affrontare i costi di manutenzione dello yacht e il rischio che la nave si deteriori. Secondo quanto si apprende da fonti vicine all'entourage dell'imprenditore, il valore dell'imbarcazione potrebbe essere ben più alto, quasi il doppio, rispetto alla cifra proposta come base di partenza dell'asta. Ora resta ora da vedere cosa succederà se Briatore dovesse vincere il ricorso in Cassazione il 12 febbraio, e l'imbarcazione dovesse essere, nel frattempo, venduta.

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  • Il presente accordo è regolato dalle legge italiana.
  • Per tutte le controversie che dovessero insorgere in relazione all'esecuzione o interpretazione del presente accordo sarà competente in via esclusiva il Foro di Milano.

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yacht sequestrato a briatore

Flavio Briatore, l’incredibile storia dello yacht Force Blue: l’accusa di evasione fiscale, il sequestro, la svendita per 7 milioni (ne valeva 20) e ora… l’assoluzione definitiva

Il processo è durato 12 anni e si è risolto in una bolla di sapone. ma l’imbarcazione al centro del contendere… ha preso il largo. e ora.

flavio-briatore-yacht-intervista-645

Flavio Briatore è stato assolto dall’accusa di evasione fiscale. Al centro della vicenda c’era l’attività di charter del suo yacht Force Blue. Incubo finito, dunque? Per nulla, dato che l’imprenditore è stato vittima di una vera e propria beffa: l’imbarcazione era stata confiscata nell’indagine, messa all’asta e svenduta per sette milioni, a fronte di un valore di 20. Ad aggiudicarsela fu l’ex patron della Formula 1 Bernie Ecclestone. E Briatore si sfoga: “Mi chiedo che giustizia sia, se un procedimento dura tutto questo tempo”  –  FOTO ESCLUSIVE  |  VIDEO

Flavio Briatore parla del suo yacht confiscato (per sbaglio) e svenduto: “Da anni mi danno dell’evasore fiscale e ora…” – GUARDA

LA SENTENZA - A mettere la parola fine ad un procedimento che va avanti da qualcosa come dodici anni, è la corte d’appello di Genova, che ha assolto Briatore e altre tre persone “perché il fatto non costituisce reato”. L’imprenditore si trovava a processo con l’accusa di un’evasione fiscale di oltre 3 milioni sull’Iva e per l’attività di charter. Una causa da giustizia lumaca, che già nel 2021 lo aveva visto vincere due volte in Cassazione. Per mettere fine alla questione i giudici genovesi avrebbero dovuto decidere della confisca dello yacht, avvenuta nel 2010 al largo di La Spezia, mentre il manager era a bordo con Elisabetta Gregoraci e il figlio. E hanno revocato la confisca. Peccato che sia ormai tardi: da tempo, infatti, lo yacht è finito all’asta, nonostante mancasse una sentenza definitiva.

Flavio Briatore, la Cassazione gli dà ragione: lo yacht andato all’asta e venduto non doveva nemmeno essere confiscato… –  GUARDA

LO SFOGO - Già all’indomani della decisione della Suprema Corte, Briatore si era sfogato: “Abbiamo presentato tre istanze affinché aspettassero la Cassazione e non facessero l’asta in pieno Covid, con gli acquirenti che neanche potevano andare a vederla. Qual era la fretta di darla via? È uno yacht, non un cargo di banane che vanno a male. L’Autumn Sailing, la società armatrice, ha pure versato i soldi che servivano per la manutenzione e per tenerla in porto, ma non li hanno voluti. Risultato: l’hanno svenduta a sette milioni. Riavere la barca è impossibile. E i danni morali che ho subito sono incalcolabili: da undici anni, tutti mi danno dell’evasore fiscale, pure in tv. Consideri che sono schedato nella World Check: non posso avere un mutuo, un prestito, niente. Se per lavorare non avessi avuto capitali miei, sarei fallito”. All’asta lo yacht fu aggiudicato a Bernie Ecclestone, che spese 7 milioni al posto di 20, ovvero il valore stimato del Force Blue. E ora, chi ripagherà il titolare del Billionaire?

Flavio Briatore, il suo mega yacht Force Blue va all’asta prima della sentenza sul sequestro –  GUARDA

QUANTA RABBIA - Briatore esprime ovviamente soddisfazione per l’assoluzione, ma affida al Messaggero il suo sfogo: “Mi chiedo però che giustizia sia, se un procedimento dura tutto questo tempo. Fa sprofondare una persona innocente in una vita da incubo. Questa storia è stata una persecuzione. Sicuramente è stato anche un processo al personaggio, questo è pacifico. Se non hai le spalle larghe, una giustizia cosi ti fa fallire”. E ricorda il giorno del sequestro: “È stato un arrembaggio, al largo di La Spezia sono arrivate le motovedette, sembrava avessero scoperto il covo di Totò Riina. A bordo c’erano mia moglie Elisabetta Gregoraci con nostro figlio Nathan Falco, che aveva solo due mesi, per lei è stato un trauma”.

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Estorsioni nel Napoletano, 12 arresti dei carabinieri

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L'alba a Rapa Nui (fonte: Natalia Solar, CC license 4.0)

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NAPOLI , 18 settembre 2024, 16:52

Redazione ANSA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Associazione di tipo mafioso, detenzione e porto di armi, estorsione, tentata estorsione e trasferimento fraudolento di valori: è la lunga lista di reati che i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna insieme con la Dda contestano a 13 persone, ritenute legale al clan Fabbrocino di Palma Campania (Napoli).     Per 12 indagati il gip di Napoli ha disposto il carcere, per l'ultimo, invece, l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.     Secondo quanto emerso dall'attività investigativa le estorsioni sarebbero state commesse ai danni di vari imprenditori costretti a pagare per poter continuare a lavorare.     I militari dell'arma hanno anche eseguito il sequestro preventivo di due società le cui attività sarebbero riconducibile al clan.    

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